Il 25 novembre 2010 è la GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE
iniziativa a Catania sabato 27 novembre 2010
Scendiamo in piazza e prendiamo la parola per affermare non come vittime ma come protagoniste la libertà di decidere delle nostre vite nel pubblico e nel privato.
Ogni cultura, ogni etnia, ogni religione è attraversata da un comune indicatore di inciviltà: la riduzione del corpo femminile a “cosa” , con la conseguente pretesa da parte degli uomini di averne piena disponibilità.
Il sesso femminile (la preda) viene identificato col destino di vittima, e il sesso maschile (il predatore) col destino di carnefice. Il nodo da sciogliere è perché un numero spropositato di maschi portatori di condizioni, storie e culture diverse condivide questa visione e usi violenza alle donne, violenza che culmina con la morte, cioè col femminicidio.
CHE COS’È IL FEMMINICIDIO?
È una precisa strategia “politico-culturale” che colpisce le donne che non stanno “al loro posto”; donne che non accettano uno stato di subordinazione, sudditanza, schiavitù; donne che si credono libere di decidere della propria vita.
Ad attuare il femminicidio, infatti, è una precisa tipologia di uomini, soprattutto ex-mariti o ex-compagni o corteggiatori respinti, cioè uomini che hanno subito l’affronto di essere stati lasciato rifiutati da una donna che credeva di poterlo fare impunemente…
Perché l’uomo si arroga il diritto di “punirla”? Perché la cultura dominante, maschile e patriarcale, alimenta in lui la convinzione che la donna è “una cosa sua”.
Da lì scaturisce il REATO DI GENERE: la violenza sulle donne.
Negli ultimi dieci anni, in Italia, sono state assassinate 1200 donne, cioè circa 120 all’anno!
Ma se vero è che, oltre all’eliminazione fisica, esistono anche una morte psicologica e una morte sociale, è parimenti vero che PICCHIARE, STUPRARE, MINACCIARE, PERSEGUITARE, TERRORIZZARE, OFFENDERE una donna, anche questo è FEMMINICIDIO.
La violenza contro le donne è così diffusa da essere largamente percepita come un modo normale di relazionarsi degli uomini con le donne.
Dallo spintone, allo schiaffo, ai pugni, ai morsi, al tentativo di strangolamento o soffocamento, alla minaccia con le armi… tutto ciò che provoca sofferenza o privazione della dignità umana, non è normale, non è legittimo, non è accettabile, non è tollerabile. MAI.
La violenza è sempre un REATO e come tale va condannata.
Ci auguriamo dunque che gli uomini giusti (e ce ne sono tanti!) non rimangano indifferenti davanti a questo sfacelo che non coinvolge solo le donne ma anche gli uomini complici di questa cultura oppressiva. Ci auguriamo che sempre più uomini si confrontino tra di loro in merito a questi temi e si uniscano alla voce delle donne che da oltre trent’anni elaborano, agiscono ed esprimono le loro ragioni, affinché questo mondo sia abitato da due sessi dialoganti tra loro, per poter giungere ad una convivenza finalmente felice.
Eventi correlati:
Sabato 27 novembre 2010 a Catania
ore 20,00 alla libreria Tertulia
via di Sangiuliano (angolo via Michele Rapisardi 1/3)
“VISIONI E VOCI contro la violenza alle donne”
…
Proiezioni di corti internazionali
Recital “Ad alta voce” con Ketty Governali e Carmina Daniele
seguirà dibattito.
Il volantino che distribuiremo in città: